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Clicca per leggere:LA CONSULTA HA EMESSO LA SENTENZA E COME PREVISTO IL REFERENDUM PIU’ PERICOLOSO PER LA DURATA DEL GOVERNO QUELLO SULL’ART 18 NON SI FARA’ AMMESSI GLI ALTRI DUE
Di Admin (del 11/01/2017 @ 18:33:18, in Politica, linkato 596 volte)


                                                      
                      

La Consulta ha emesso la prima delle due sentenze previste per questo gennaio 2017. Quella relativa ai quesiti proposti dalla CGIL in tema di lavoro.

Camera di consiglio breve:due ore e mezza. Ebbene come previsto ampiamente ,il referendum proposto dalla CGIL sull’abrogazione delle modifiche apportate dal Jobs Act allo Statuto dei lavoratori (art.18) e per reintrodurre i limiti per i licenziamenti senza giusta causa E’ STATO DICHIARATO INAMMISSIBILE dal collegio giudicante riunito oggi in camera di consiglio.

 La Consulta il cui collegio è formato da 14 giudici ( uno mancante ) con il Presidente il cui voto in caso di parità vale il doppio. Ma in questa occasione i giudici erano 13 .E c’èra incertezza nelle previsioni sull’esito sul quesito più importante.
Una decisione in un senso o nell’altro avrebbe infatti potuto avere conseguenze politiche importanti sull’operato del Governo.Una ammissibilità del quesito sull’Art 18 avrebbe potuto portare ad elezioni politiche anticipate così come auspicato da Lega,Fratelli d’Italia e ( forse ) Renzi.

 Voto anticipato vuol dire infatti referendum congelato per un anno.

 Ed ora con questa decisione gioiscono coloro che vogliono prolungare la legislatura.

 In definitiva il quesito verteva sulla cancellazione delle norme del Jobs Act che invece del reintegro al posto di lavoro per i licenziamenti senza giusta causa,prevedono il pagamento di un indennzzo in danaro.


LE REAZIONI:



La Cgil intende "continuare la battaglia" per modificare le norme del Jobs Act sui licenziamenti e valuta il ricorso alla Corte Europea. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Susanna Camusso in una conferenza stampa dopo la decisione della Consulta che ha dichiarato inammissibile il ricorso al referendum su questa norma.


 LA CONSULTA HA DICHIARATO AMMISSIBILI GLI ALTRI DUE REFERENDUM:

VOUCHER DA CANCELLARE

 ELIMINAZIONE DELLE NORME CHE LIMITANO LA RESPONSABILITA’ IN SOLIDO DI APPALTATORE ED APPALTANTE IN CASO DI VIOLAZIONI NEI CONFRONTI DEL LAVORATORE

 Il Sole 24 ore        


Ricordiamo che nel 2016 c’è stata una vera esplosione in merito all’utilizzo dei VOUCHER i buoni lavoro da 10 e 50 euro che hanno visto un aumento del 27mila per cento!Buoni lavoro utilizzati per regolare le attività lavorative definite come “accessorie” o di natura occasionale.

Per agricoltura,lezioni private,turismo,commercio, lavori domestici poi ancora più estesamente ( Governo Berlusconi) anche per edilizia,trasporto,industria e amministrazioni pubbliche. Con il Governo Renzi e con il Jobs Act si è provveduto ad alzare il tetto massimo di utilizzo dei voucher in un anno incassabili per un lavoratore dai 5 mila ai 7 mila euro.

 Si ricorda ancora che dei 10 euro del valore nominale del voucher al lavoratore ne va il 75% mentre il restante 25% viene suddiviso in un 13% a favore della gestione separata Inps,il7% per la copertura Inail ed il 5% per spese di gestione.

 Ebbene secondo dati forniti dalla UIL a fronte del 535.985 buoni lavoro venduti nel 2008 ce ne sono ben 145.367.954 venduti nel 2016 con un aumento percentuale del 27.000% !!!


UN SPROPOSITO DI USO ED ABUSO che vede in testa nell’utilizzo la Lombardia con 27 milioni e come suddivisione di categorie di lavoro vede in testa al 50% industria,edilizia, trasporti ed a debita distanza turismo ( 21 milioni ) e commercio ( 18,4 milioni) SIGNIFICATIVO il fatto ed anche a dimostrazione della STRADA ERRATA presa nell’utilizzo di questo strumento, sempre secondo la ricerca UIL, che il settore ove MENO SI UTILIZZANO I VOUCHER è quello dell’AGRICOLTURA ( 2.1 milioni ) che è proprio il settore per il quale erano stai creati!


 Ora spetterà al Governo il compito di evitare il referendum apportando significative modifiche

Occhio,però. Le modifiche apportate dovranno essere importanti perché per far si che l’ufficio centrale per il referendum della Cassazione che dovrà esprimersi nel merito delle modifiche possa stoppare l’andata alle urne!




Tito Boeri presidente dell’INPS dichiara: ( intervista a Repubblica.it) La CGIL ha un comportamento ipocrita sui voucher. Nell'ultimo anno la Cgil ha investito 750 mila euro in voucher; non si tratta quindi né solo di Bologna né solo di pensionati. Anche altri sindacati hanno massicciamente usato questi strumenti, ad esempio la Cisl ne ha utilizzati per un valore di 1 milione e mezzo di euro".

 Altre reazioni di tipo più politico: ( dall'ansa )



 "Questa primavera
- commenta Luigi Di Maio - saremo chiamati a votare per il referendum che elimina la schiavitù dei voucher. La Corte Costituzionale ha appena dato l'ok. Sarà la spallata definitiva al Pd, a quel partito che ha massacrato i lavoratori più di qualunque altro e mentre lo faceva osava anche definirsi di sinistra!"



Dalla Consulta - attacca Salvini - sentenza politica, gradita ai poteri forti e al governo come quando bocciò il referendum sulla legge Fornero. Temendo una simile scelta anche sulla legge elettorale il prossimo 24 gennaio, preannunciamo un presidio a oltranza per il voto e la democrazia sotto la sede della Consulta a partire da domenica 22 gennaio"



"Quello sul articolo 18 - afferma in una nota il senatore di Forza Italia, Francesco Giro - era un quesito pastrocchio, in parte abrogativo ma in parte innovativo. Si arrivava non solo a reintrodurre l’art 18 ma a innovare persino la vecchia legislazione estendendo l’applicazione dell'art 18. Si legavano le mani anche ai piccolissimi imprenditori. Un obbrobrio giuridico che la Consulta non poteva che bocciare dando una bella tirata d’orecchie alla Cgil promotrice del referendum".



 La Corte costituzionale ha detto no al referendum della Cgil - dichiara Maurizio Lupi, capogruppo dei deputati di Area popolare - È una buona notizia. Così come formulato il quesito avrebbe riportato indietro la legislazione sul lavoro a un sistema rigido e senza flessibilità, con il risultato di ingessare ulteriormente il mercato del lavoro e lo sviluppo soprattutto delle piccole imprese"

Le motivazioni una per ogni quesito saranno rese note entro il 10 febbraio.

 Ora l’attesa è per il prossimo 24 gennaio quando la Corte dovrà decidere sull’Italicum.