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ASPETTANDO PISA-PONTEDERA (domenica 18 Aprile 2010)
Di videonewstv (del 13/04/2010 @ 21:11:14, in CALCIO PISA, linkato 1687 volte)

ASPETTANDO PISA-PONTEDERA :

 Analogie e differenze tra il 1996 e il 2010. Il cammino, la caduta e la rinascita.

da Pisa Michele Bufalino

PISA - Si sta per concludere un'annata importante per il calcio neroazzurro. Dopo 15 anni il secondo fallimento è stato un grosso fardello da sopportare per tutti, tifosi e addetti ai lavori. Una prima occhiata alla classifica suggerirebbe, se confrontiamo la stagione di Serie D del 1995/1996 con quella attuale, una maggiore facilità per la dirigenza dell'A.C. Pisa nel centrare il ritorno tra i professionisti. Invece, se approfondiamo questo aspetto, notiamo che non è così.

SOCIETA' - La società guidata da Battini e Camilli è indubbiamente più forte, dal punto di vista economico, di quella che fu di Gerbi e Posarelli. Tuttavia ripartire è stato sicuramente molto più difficile per l'A.C. Pisa 1909, dato che a metà degli anni '90 il Pisa fu ripescato dall'Eccellenza alla Serie D, ed ebbe tutto il tempo di costruire una squadra capace di risalire tra i professionisti. L'odierna squadra neroazzurra invece è stata per i primi mesi un continuo cantiere a cielo aperto, ed è dovuta partire in fretta e furia rispetto al Pisa Calcio. Una cosa da non sottovalutare dunque, un lavoro costante e straordinario da parte della dirigenza, che Domenica può festeggiare con 5 giornate d'anticipo la vittoria del campionato.

GIOVANI - Un'altra complicazione per questa società è stata la regola di schierare obbligatoriamente nella formazione titolare 5 giocatori under, una difficoltà superiore poiché, se consideriamo che questo Pisa è dovuto partire ad Agosto inoltrato, reperire i migliori giovani sul mercato è stata un'impresa non da poco, anche se una buona mano l'ha data Camilli con alcuni prestiti dal Grosseto.

 TIFOSI E DIVIETI - Per la tifoseria ci sono state molte differenze rispetto alla rinascita del 1996. Maggiore il numero di abbonamenti oggi (più di 3300 se consideriamo la riapertura degli abbonamenti nel periodo invernale) rispetto ad allora, minore invece il numero della media dei presenti allo stadio rispetto al 1995/96. Quest'ultimo è un dato che si spiega facilmente, poiché con tutti i divieti e i controlli, spesso estenuanti anche per gli addetti ai lavori, con perquisizioni a tappeto, anche per il gentil sesso e i più piccoli, non solo dunque per i semplici tifosi, chi vuole recarsi allo Stadio rimane quasi scoraggiato.

SOCIETA' e STADIO - La dirigenza ha dovuto far fronte a molti costi suppletivi in questa stagione, con un dispendio economico e di energie superiore alle altre forze del campionato. Tanti, sicuramente troppi, come disse Battini qualche tempo fa, gli Steward presenti all'Arena. I costi per organizzare una partita sicuramente maggiori rispetto a quelli che ebbero Gerbi e Posarelli.

 CAMMINO - Il cammino è stato differente per i due Pisa. I neroazzurri di Capitan Signorini e Davide Lucarelli ebbero vita più difficile di questo Pisa. Allora la squadra fu costruita intorno alla difesa e al centrocampo, mentre il reparto offensivo era più debole, a seguito della partenza di Spinesi dopo le prime ottime prestazioni in campionato. I neroazzurri lottarono con l'Aosta per tutto il campionato, per poi piazzare la zampata finale con il gol di Signorini nella trasferta contro il Nizza Millefonti. La gara finale contro il Viareggio fu poi una festa dentro e fuori dallo stadio, in una annata storica, chiusa con un vantaggio di soli 2 punti sulla Biellese. Il miglior realizzatore fu un centrocampista, Paolo Andreotti, che chiuse la stagione con 6 reti all'attivo. Quello odierno è un Pisa inizialmente concepito per il reparto offensivo, che poi si è coperto maggiormente in fase difensiva con l'arrivo di Stefano Cuoghi in panchina. Numerose le frecce all'arco neroazzurro, con la punta di diamante, Marco Carparelli, a quota 12 gol. La superiorità però è arrivata in ogni zona del campo, rispetto alle avversarie.

VITTORIA ANTICIPATA? - Il Pisa Domenica ha dunque la possibilità di terminare il campionato anzitempo, con un grande vantaggio sulla seconda classificata. La classifica dice che i neroazzurri hanno 15 punti di vantaggio sul Santarcangelo, che però potrebbero essere 13, virtualmente, sul Fossombrone che deve recuperare ancora una partita. Per essere sicuro di promuovere, e quindi di avere un vantaggio superiore ai 12 punti, il Pisa deve vincere contro il Pontedera, in lotta per la salvezza.

 PONTEDERA - Il Pontedera è una squadra trasformata, che ha fatto gruppo con i suoi giovani, dopo un avvio di campionato sgangherato e quasi sul tragico, relegato nei bassifondi della classifica. Il team di Masi ha trovato un nuovo assetto e una nuova freccia al proprio Arco, Andrea Arrighini, nella seconda parte del campionato. E infatti i 22 punti raccolti in 14 partite hanno proiettato i granata fuori dalla zona playout, divenendo la quinta migliore squadra del campionato nel girone di ritorno. Trascinatore di questa squadra, dicevamo, il giovane Arrighini, classe '90, scuola Freccia Azzurra, pisano D.O.C. che per vie traverse ha anche fatto guadagnare punti ai neroazzurri oltre che al Pontedera, con due grandi risultati. La vittoria contro il Fossombrone con un supergol al volo da 20 metri e il pareggio nei minuti di recupero contro il Chioggia. Prestazioni che gli sono valse il soprannome di ammazza-grandi. Il Pisa dovrà dunque guardarsi soprattutto da questo giovane, che ha realizzato 7 gol in 32 presenze, di cui 19 da titolare.

RINASCITA - Questa è una settimana vissuta con trepidazione dal pubblico, per Domenica i proclami si sprecano, tutti sperano nel pienone, anche se ad oggi è difficile prevedere con precisione quanti verranno allo Stadio. Noi intanto ricordiamo i 9000 spettatori di Pisa-Aosta del 1995/1996, e sappiamo che quest'anno è stato sicuramente diverso rispetto al campionato della squadra di Signorini. Più facile sotto certi aspetti, più difficile sotto altri. La storia del Pisa è costellata da cadute, risalite, bocconi amari, momenti di gloria. Una storia appassionante, una storia sofferta. Questa rinascita è stata importante, allo stesso modo di quella di Signorini & Company. E viene dopo un fallimento più duro da mandare giù, per come è avvenuto, per chi ha fatto sparire questa squadra, e perché, cronologicamente, due fallimenti in 15 anni, lo ripetiamo, sono un trauma fortissimo per tutti. Pisa si è dimostrata una città e una tifoseria matura, ha saputo avere pazienza, ha saputo spingere, coccolare e criticare nei momenti giusti l'ambiente neroazzurro, e ora tutti devono remare allo stesso modo, come hanno saputo fare per tutta la stagione, per ripartire insieme verso una storia che si rinnova, perché Pisa è come una fenice, e quel campanile di Piazza dei Miracoli, patrimonio dell'umanità, non è casuale come simbolo di questo luogo. Mai come questa volta, Pisa pende, ma non cade. E rinasce, dalle sue ceneri, per tornare, ce lo auguriamo, più forte di prima. 

 Michele Bufalino per VideoNewsTV